“In difesa del Papa. Una collezione di elmi dei secoli XVI e XVII”, curata da Sandro Barbagallo con la collaborazione di Marco Iuffrida, e l’esposizione del celebre arazzo “Conversione di San Paolo”. Sono le due iniziative inaugurate, sabato 18 ottobre, al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Erano presenti, tra gli altri, il dott. Andrea Tamburelli, direttore della Direzione delle Ville Pontificie e la dott.sa Barbara Jatta, direttore della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali.
La mostra “In difesa del Papa” presenta al pubblico, per la prima volta, una preziosa raccolta di elmi e strumenti di protezione autentici, provenienti dalle Collezioni Storiche dei Musei Vaticani. Si tratta di manufatti straordinari che raccontano la storia della salvaguardia del Pontefice nell’età moderna. I visitatori potranno ammirare da vicino morioni, zuccotti, borgognotte, elmetti da cavallo e taschetti, oggetti spesso inediti, un tempo appartenuti alle truppe pontificie tra il XVI e il XVII secolo. L’allestimento accompagna il pubblico in un percorso immersivo tra arte, potere e fede, mettendo in luce l’impegno e il coraggio di coloro che garantirono la difesa del Papa e dei territori dello Stato della Chiesa in epoche segnate da conflitti, mutamenti politici e tensioni religiose. Con una scenografia curata nei dettagli, l’esposizione offre l’occasione di riflettere sul significato della protezione, intesa non solo come difesa materiale, ma anche come gesto spirituale e simbolico, a tutela di una missione che attraversa i secoli.
Per il semestre successivo, la Sala dei Papi accoglierà il magnifico arazzo fiammingo “Conversione di San Paolo”, un capolavoro tessuto in lana e fili d’argento, conservato presso il Reparto Arazzi e Tessuti dei Musei Vaticani sotto la direzione di Alessandra Rodolfo. L’arazzo fa parte della serie ispirata agli Atti degli Apostoli e trae origine dai cartoni di Raffaello Sanzio, eseguiti su commissione di Papa Leone X per impreziosire la Cappella Sistina nelle grandi occasioni liturgiche. Nel panno, primo del ciclo paolino, è raffigurato il momento in cui Saulo, abbattuto a terra, ode la voce di Gesù che gli appare tra le nuvole irradiando una luce divina. In primo piano emerge la spada, simbolo distintivo del futuro apostolo e segno di una profonda metamorfosi spirituale: da persecutore dei cristiani a difensore della fede, da soldato a martire, nel cammino che lo trasformerà in San Paolo, Apostolo delle Genti.