Palazzo Barberini

A pochi km da Roma, la celebre Villa Barberini, che per tre secoli fu proprietà della famiglia Barberini, nacque dall’acquisizione e trasformazione di un precedente villino posto in quella che un tempo era conosciuta come località Mompecchio. Fatto innalzare dal milanese Scipione Visconti del ramo di Besnate all’architetto lombardo Giacomo Mola (c. 1576-1650), mostra ancora lo stemma della famiglia Visconti, un biscione, negli stucchi che decorano uno dei salottini al piano terra della villa e nel cornicione esterno verso il mare…

Il primitivo palazzetto, mai completamente portato a termine, appartenuto al referendario delle due segnature Scipione Visconti era un semplice parallelepipedo articolato su tre piani con gli spazi interni scanditi da piccoli ambienti uniti da una scala a doppia rampa e da una piccola scaletta detta “lumaca ovata”.

Quando il Visconti morì il 2 agosto del 1630, nel suo testamento ordinava la vendita di tutti i suoi beni, tra cui il villino, che furono così acquistati nel 1631 da Taddeo Barberini (1603-1647), nipote di papa Urbano VIII. Taddeo aveva sposato proprio a Castel Gandolfo Anna Colonna, unione sugellata dallo stemma in marmo che attualmente orna il grande portale d’accesso alla villa. Con Taddeo la villa diventava una struttura articolata da due corpi di fabbricati laterali sporgenti, innestati sul parallelepipedo di età viscontea, al quale si appoggiava anche un corpo trasversale collocato davanti alla preesistente scala a chiocciola. Sempre a Taddeo si deve la sistemazione dell’antico giardino, caratterizzato sia da zone rustiche destinate agli oliveti, con un frutteto, e una zona con spalliere di lauri, cipressi e lecci, riquadri di fiori. Fu realizzato anche quello che veniva definito “spasseggio”, ovvero una pavimentazione in peperino che doveva insistere sul criptoportico della villa di Domiziano.

La morte di papa Urbano VIII sopraggiunta il 29 luglio del 1644, ebbe da un lato come immediata conseguenza il tracollo della famiglia e dall’altro l’interruzione di qualsiasi lavoro di miglioramento della villa. Erede di Taddeo fu Maffeo (1631-1685) che sposò Olimpia Giustiniani dalla quale nacquero Francesco (1662-1738) e Urbano (1664-1722). Francesco junior, una volta diventato cardinale, commissionò la costruzione nel 1706 della nuova cancellata prospicente la palazzina atta al transito delle carrozze.

Morto Francesco la villa rimase nella disponibilità della principessa Cornelia Costanza che giovanissima sposò nel 1728 Giulio Cesare Sacchetti. Fu lei probabilmente a commissionare al pittore riminese Giovan Francesco Buonamici (1692-1758), l’affresco rappresentante la Consegna delle Chiavi di Palestrina a Taddeo Barberini (evento datato 19 ottobre 1630), che orna un grande ambiente voltato nel piano nobile.

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Indirizzo

  • Piazza della Libertà 00073 Castel Gandolfo (RM)
  • (+39)06 69863260

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