Antiquarium

Antiquarium ospitati nei locali del pian terreno di Villa Barberini. La collezione di antichità che vi è raccolta, frutto in parte degli scavi condotti nell’area tra il 1841 e il 1932, è distribuita all’interno di 7 stanze, il cui pavimento in opus spicatum (pur con qualche ripresa e integrazione moderna), è parte integrante della celebre villa dell’imperatore Domiziano, che si adagiava su terrazze degradanti verso la via Appia.

La collezione è composta da tre nuclei principali; sculture provenienti dall’area della Villa di Domiziano, e dal suo teatro privato, tra cui le transenne marmoree, l’Efebo tipo Westmacott e l’Atleta Amelung; le sculture del Ninfeo Bergantino rinvenute durante gli scavi di Merolli nel 1841, ispirate a quelle della grotta di Tiberio a Sperlonga, dominato dal Gruppo con Polifemo giacente e il Torso di Afrodite tipo Anadyomene; ed infine un gruppo di sculture, tra cui tre erme, qui condotte dal giardino di Palazzo Barberini a Roma, già al tempo di

All’interno della Sala I, segnaliamo la presenza di un frammento di altorilievo con busto maschile che Filippo Magi riconobbe come ritratto di Domiziano, scalpellato a seguito della damnatio memorie di cui fu oggetto l’imperatore. Nelle Sale 2 e 3 sono invece collocati i frammenti di quello che un tempo costituiva il teatro privato dell’imperatore Domiziano, riportato alla luce durante il pontificato di Alessandro VII, e oggetto successivamente di ricerche da parte di Lanciani e Lugli. Si tratta di frammenti della decorazione architettonica e parte degli stucchi che un tempo decoravano il corridoio del teatro e tre frammenti di transenne posti sopra ai cosiddetti vomitoria del teatro.

Nella Sala 4 è distribuita una affascinante raccolta di statue di atleti all’interno della quale riconosciamo l’Efebo tipo Westmacott, rinvenuto tra il 1930 e il 1932 durante la costruzione dei muri di sostruzione della seconda terrazza nel parco della villa, databile alla metà del I sec. a.C. e la testa tipo Atleta Amelung, scoperta nell’area dell’ex Villa Cybo. Si tratta della testa di un giovane dai capelli corti fermati sul retro da una sorta di fermaglio, di età augustea da un originale attribuito a Mirone.

Nelle Sale 5 e 6sono collocate le sculture rinvenute nel Ninfeo Bergantino, noto anche come Speco o Bagni di Diana, situato sulla riva del lago Albano e ispirato alla precedente grotta di Tiberio a Sperlonga. Degni di nota i resti dei gruppi scultorei dell’accecamento di Polifemo e di Scilla. La scultura di Polifemo, raffigurato sdraiato sulla roccia in preda all’ebrezza, è conservata solo in parte, ovvero dalla cintola in su, mentre giace accanto ai resti di un compagno di Odisseo.

Del gruppo di Scilla (Sala 6), rimane solo il basamento e la parte inferiore della figura, ovvero un gonnellino di squame dal quale escono i torsi di due cani. La Sala 7 accoglie i frammenti scultorei provenienti dall’area della Villa Pontificia, tra cui un Torso di Afrodite tipo Anadyomene, replica di un originale creato nel medio ellenismo; l’Erma dell’inverno e una statuetta di Aion-Cronos leontocefalo, con al centro del petto un occhio apotropaico, raffigurazione di una divinità della cerchia mitraica, rappresentante il tempo eterno. 

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Indirizzo

  • Piazza della Libertà 00073 Castel Gandolfo (RM)
  • (+39)06 69863260

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